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LIBRETTO
La Dama Sspagnola e il Cavalier romano
intermezzi in musica
         
Interlocutori
Pericca
Varrone

Testo Nicolò Serino
Musica  Alessandro Scarlatti

Intermezzo primo

Alessandro  Scarlatti Sinfonia avanti l'opera Scipione nelle Spagne
Allegro
Adagio
Andante


Pericca, e poi Varrone

Pericca
Oh me infelice, e come posso stare
senza la mia padrona?
È stata troppo buona.
Andar sì presto ad affogarsi in mare
ed io sola soletta
dove mai troverò chi mi ricetta?
Per molto ch'io mi aggiro
in questa parte, o in quella
ancora non rimiro
ch'abbia compassion d'una zittella.
Pericca
Se v'è alcun che per pietà
voglia far la carità
me lo dica schietto schietto
o che cavi il fazzoletto
o che raschi, o che saluti,
che così quel che m'aggiuti
io conoscere saprò.
Ma per quanto intorno io miro
non ritrovo un che mi voglia,
e soletta fra la doglia
a penar me ne starò.
Se v'è alcun    ecc.
Varrone
Pur alfine t' ho giunto
per dirti che..
Pericca
Che?
forse è salva la padrona?
Varrone
Appunto, appunto.
Pericca
Lodato il ciel, a nuova sì bramata,
io voglio esserti grata.
Prendi.
(gli porge un orologio)
Varrone
Eh non occorre.
Pericca
Sì,sì.
Varrone
No 'l posso torre.
Pericca
Dico...
Varrone
No 'l voglio prendere.
Pericca
Ora mi vedrai di sdegno accendere.
Varrone
Già che me lo vuoi dare,
non ti vo' disgustare.
(qui prende l'orologio)
Ma questo è un gran tesoro,
il peso avrà di dieci libre d'oro.
Pericca
Una dama spagnuola
meno non dà ad un che la consola.
Varrone (guardando l'orologio)
E' d'Inghilterra?
Pericca
Al certo.
Varrone (segue sempre a guardarlo)
C'è la campana?
Pericca
Al certo.
Varrone
Va puntuale?
Pericca
Al certo.
Varrone
Ripete l'ore?
Pericca
Al certo.
Varrone
Segna le lune?
Pericca
Al certo.
Varrone
Li mesi, e i giorni?
Pericca
Al certo.
Varrone
C'è il svegliarino?
Pericca
Al certo.
Varrone
La cassa è traforata?
Pericca
Al certo, al certo.
Varrone
Ora l'accetto,
e non ti sembri strano,
che senza tutte queste condizioni
non porta orologio
un cavalier romano.
Pericca
Or te lo godi
già sta in tuo potere,
ma dimmi in cortesia
cos' hai che stai pensoso?
Varrone
Eh niente, niente! (questa
è nata sol per togliermi il riposo)
Pericca
Ma pur dimmelo su per cortesia.
Varrone
Lo vuoi saper?
Or sappia; lei, tu vossignoria;
che l'orologio tuo or ti riprendi,
o risolvi d'amarmi, intendi, intendi?
(finge renderle l'orologio)
Pericca
Ch'io ripigli l'orologio?
Oh non conviene
prender ciò che donai.

Varrone (da sé)
(Fin qui va bene.)
Pericca
In quanto all'altro poi,
che tu desiderì,
bisogna che consideri,
un poco la persona.
Varrone
Vossignoria è padrona.
Pericca(lo guarda)
Quell'occhio...
Varrone
O questo è un occhio,
che vede anche un finocchio.
Pericca (segue a guardarlo)
Le guance...
Varrone
E queste guance son fragole, e latte,
e non son ciance.

Pericca  (sempre guardando)
La bocca...
Varrone
O questa bocca ad ogni accento suo
saette scocca.
Pericca
Passeggia, passeggia un poco.
Varrone
Oh in quanto al passeggiare,
io ti farò stupir:
(qui passeggia)
che te ne pare?
Pericca
Tutto tutto va bene, al garbo, al passo,
non mi piaci però, sei troppo grasso.
Pericca
Che cosa gustosa
vederti d'avante
un giovin galante
di vita attillata,
che mentre passeggia
se stesso vagheggia,
e fa innamorar.
Ma veggo tal'ora
alcuni sì grassi,
che stentano un'ora
a muovere i passi,
e benché l'aspetto
ti muovi a diletto
non san passeggiar.
Che cosa    ecc.
Pericca
Non parli, non rispondi?
Stai pensieroso?
Taci, e ti confondi?
Cos'è, forse dal core
t'è passato l'amore?
Non tanta confusione,
favella, e dimmi pur la tua ragione
Varrone
Che vuoi ch'io ti dica,
non sono d'un fusto
ben fatto, e galante?
Però sono giusto
per far dell'amante,
e ben lo so far
Ancor che sia grasso
non provo fatica,
a muover il passo,
e senza far fallo
la notte nel ballo
molt'ore durar.
Che vuoi   ecc.
Pericca
Molto t'impegni a un tratto,
ma non so che sarà
quando si venga al fatto.

Varrone
Quest'è una verità:
e se creder no 'l vuoi,
a tuo piacer, ogn' or veder lo puoi.
Pericca
Ora non posso, ma l'impegno accetto,
onde tua cura fia
farmi veder la tua gran bizzarìa.
Varrone
Ed io or ti prometto,
che per la meraviglia
ti farò fino al ciel alzar le ciglia.
A due
/----------------------------------- Varrone
Son
lieto,
e
gustoso,
Pericca
sei buono per sposo,
Varrone
son lesto, e  spedito,
Pericca
sei buon per marito,
Varrone
son sano, son forte,
Pericca
sei buon per consorte,
Varrone
tu fanne la prova
veder te 'l farò.
Pericca
Veniamo alla prova
ch'allor sceglierò.
Anch' io son gustosa,

Varrone
sei buona per sposa,

Pericca
son sana, son forte,
Varrone
puoi esser consorte,
Pericca
non soffro mai doglie,
Varrone
sei buona per moglie,
Pericca
allor che mi piaci
tua sposa sarò.
Varrone
A me già tu piaci,
e in sposa ti vo'.
Son lieto   ecc.
\------------------------------------------
Fine del primo intermezzo
A. Scarlatti: Concerto grosso No. 3 - La Spagna
Allegro
Largo
Allegro
Largo
Allegro

Intermezzo secondo

Pericca, e poi Varrone
Con mantello, che porta sotto due passetti, ecc.
Pericca
Vo cercando occasione
di ritrovar Varrone:
per poter rimirar in verità
se tiene com'ei vanta abilità.
Ma eccolo che viene,
oh quanti imbrogli sotto il braccio tiene!
(da sé)
Varrone (da sé)
Or gliel'appetto.
Pericca
E ben con tanta fretta
dove si va?
Varrone
Non ti partir di qua,
che or or ritornerò, poiché m'aspetta...
Pericca
Chi t' aspetta?
Varrone
Scipione,
che gl'ho da dar di spada lezione.
Pericca
Maestro vossignoria.
Varrone
E di spada, e di ballo, e poesia.
Pericca(da sé)
(Un dente ogni bugia)
No, Scipione, è già uscito,
onde se mìo marito esser tu vuoi
il tuo valor ora mostrar mi puoi.
Varrone
Son pronto,
ma con chi? in che tu vuoi provarmi?
Pericca
Provar io stessa ora ti vo' nell'armi.
Varrone
Pormi con una donna, è da villano,
così non tratta un cavalier romano.
Pericca
Ma una dama spagnola
ancor senz'aver scudo,
non teme di pugnar a petto ignudo.
A noi, dammi il fioretto.
Varrone (da sé)
(Io già mi veggo astretto)
Questi libri, e violino io vo a posare,
e poi ritornerò teco a pugnare.
Pericca
No, posali qua in terra,
e tira pur come se stassi in guerra.
(Posa i libri, ecc.)
Si venga al primo assalto.
Varrone
Tieni il pugno tropp'alto,
e puoi cavarmi un occhio.
Pericca
Alla spagnola
così insegna la scuola:
a noi.
Varrone
Piega il ginocchio.
Pericca
Oh m'hai stuffato!
In tal modo il maestro m'ha insegnato.
(qui si tirano)
Varrone
Capperi fischian bene i tagli intorno:
ma se mi ficco sotto?
Pericca
A te.
(tornano ad assaltarsi)
Varrone
Oh cospetton non ho il petto d'acciaro!
Pericca
Più presto andar dovevi al tuo riparo.
Varrone
Or basta, basta.
Pericca
Sì, ma a quello che mirai
poco ne sai, o niente.
Varrone
Ciò avvien perché la scuola  è differente.
Pericca
Or prendi il tuo fioretto.
Varrone (da sé)
(Un altro poco mi sfondava il petto.
Poss'esser maledetta!)
Pericca
Ancor non vo' scartarti,
perché nell'altre cose io vo' provarti.
Varrone
Prova pur quanto sai
perché so ch'alla fin m'accetterai.
Vado, Pericca, vado,
tu intanto aspetta qui; brevi momenti
da te io m'allontano.
Poscia al mio ritorno
farem nostr'alme liete,
e noi contenti.
Pericca
Ah? che questo momento,
che da te mi divido,
bell'alma mia, mi svenerà il tormento.
(qui parte Varrone)
(da sé)
Oh povero Varrone
È pure il bel minchione
se crede ch'io lo voglia per marito.
Vo' cercar pria di lui, altro partito.
È pur bella cosa
sentirsi dir da tutti
costei in ver è vaga, è bella sposa!
Pericca
Ad ogni zittella
sia brutta, sia bella
oh quanto diletta
sentirsi dir sposa.
Se poi la faccenda
s'intorbida, o guasta
sia pura, sia casta
pria d' esser delusa
s'inoltra confusa
a far d'ogni cosa.
Ad ogni    ecc.
Varrone  (verso la scena)
Amici state là,
e quando sentirete
che il labbro impunterà
venga l'un dopo l'altro, e interrompete...
(da sé)
(oh che testa di bronzo, è più d'un'ora,
che studio un sol sonetto,
e non l'ho a mente ancora)
ma è qui Pericca:
o là attenti state,
e non mi svergognate.
Pericca
Varrone cosa fai,
che sì confuso stai?
Varrone
Sto in tuo onor a compor qui un sonetto.
Pericca
Lo sento con piacere.
Varrone (da sé)
(Cosa dirò, se di ciò nulla intendo.)
Lasciami pria spurgar:
oh quel sparviere
seguita quell'uccello.
Pericca
Dov'è? non veggo niente.
Varrone
Passò velocemente.
(da sé)
(M'aiuto quanto posso, a uscir d'impegno.)
Pericca
Or via spicciati,
di' un poco il tuo sonetto.
Varrone
Lo dirò, ma abbi flemma,
ch'è lunghetto.
Pericca
Sì l'avrò, ma comincia.
Varrone
Appunto, adesso.
A consolarmi il cor gioie venite
venite sì venite e non tardate...
(qui viene un povero)
Cos'é, e cosa vuoi?
Pericca
Vorrà
la carità.
Varrone
Non v'è niente: va' via.
Pericca
Oh povero stroppiato
sta pure mal ridotto!
To' qua.
(gli dà una moneta)
Varrone
Che cosa è quello?
Pericca
Mezza da otto.
Da capo che già parte.
Varrone
Questa delli birbanti è una bell'arte
A consolarmi il cor gioie venite
venite sì venite...
Pericca
E che cos'hai che batti indietro il piè?
Varrone
Eh niente, niente;
è un granchio.
Venite sì venite un'altro ancora
(Qui viene un altro povero.)
Eh vattene in buon'ora.
Pericca
Eh no.
Varrone
Se m'ha interrotto.
Pericca
Prendi.
(gli dà altra moneta.)
Prendi ancor tu mezzo da otto.
Varrone
Ti spicci ancora?
Pericca
Or via
segui Varrone a dir la poesia.
Varrone    (da sé)
(Oh questa è tentazione!)
A consolarmi il cor gioie venite
venite sì venite, e non tardate
E quando?
(fa cenni verso la scena)
Oh viene il  priore,
con tutti li birbanti!
(Qui entrano in scena più poveri.)
Pericca
Fino ch'avrò contanti
carità gli farò.
Prendi...
(fa elemosina ad uno)
Prendete,
(fa elemosina agl'altri)
né più c'interrompete.
Varrone
A consolarmi il cor gioie venite
(guardando dentro la scena)
Ma... quelli attaccan lite
lasciamoli dividere.
Pericca
O lasciali pur fare:
(a Varrone)
fuggi che ti bastonano.
Varrone
Andate pur: vi saprò ben trovare
Varrone
Col bastone
ad un par mio?
Non va bene
o questo no.
Più Varrone
non son io
se pentir
non vi farò.
Col bastone    ecc.
Pericca
Eh via non tanta colera,
co' birbanti hai da far,
sopporta, e tolera.
Varrone     (da sé)
(Lei non sa il nostro accordo.)
Tutti li vo' ammazzar,
son fatto sordo.
Pericca
No placa il rigore,
se non per quelli, almen
sol per mio amore.
Varrone
Cara del labbro tuo a un solo accento
passò la rabbia, come passa il vento.
Pericca
Ora che a i detti miei sei tu ubbidiente
credo ch'al cor per me hai fiamma ardente.
Varrone
Che fiamma? o cara
ho un forno in sen per te,
ho una caldara.
Pericca
E per te sente ancor l'anima mia
nel seno una continua batteria.
A due
/-----------------------------------------------Varrone
Quel
labbro
vermiglio
Pericca
Quel ciglio vezzoso
Varrone
mi desta furioso
nel seno l'ardore
e pieno d'amore
mi fa sospirar.
Pericca
e piena d'ardore
mi fa delirar.
Son tutta smania
Varrone
Son tutto incendio.
Pericca
sono un compendio
di fiamma, e foco.
Varrone
Non trovo loco
né so che far.
Pericca
Non trovo loco
né so che far.
Quel labbro    ecc.
\------------------------------------------------
Fine dell'intermezzo secondo
DANZA  Nicola Matteis Diverse bizzarie sopra la vecchia sarabanda o pur ciaccona

Intermezzo terzo
Pericca, e poi Varrone
Pericca
Oh che cosa graziosa!
Oh che vista gustosa!
Non posso più dal ridere.
Viva, viva Varrone
ch'è maestro di ballo di Scipione.
Varrone
Ma io...
Pericca
eh taci matto,
non ne sai niente affatto.
Varrone
In quella stanza dove noi ballammo,
v'era tanta la gente,
che di pulito
non potei far niente.
Pericca
Dunque or qui:
che non è luogo stretto,
vedrò se sai ballare.
Varrone (da sé)
(Più non mi so scusare.)
Pericca
Ed assieme balliamo un minuetto.
Varrone
Come vuoi.
(da sé)
(Son confuso.)
Pericca
Oh questo sì è un bell'uso!
Tu a man dritta vuoi star?
Passa di qua.
Varrone
Hai ragione,
è verità.
(qui ballano un minuetto)
Pericca
O sciocco, o sciagurato;
chi è quel che t'ha insegnato?
Varrone
Che? bene non ballai?
Pericca
Eh vanne via,
che affatto non ne sai.
Pericca
Che bel movimento
di braccia che hai,
osservami attento
si muovan così.
Un passo col tempo
tu muover non sai,
apprendi a pigliare
il moto di qui.
Che bel    ecc.
(parte)
Varrone
Va bene, va bene:
e dove sei?
Col così...
Pericca si partì.
Oh povero Varrone
pieno di confusione!
Sien maledetti il ballo,
la scherma, e poesia,
ch'andar fecero in fallo
ogni fortuna mia.
Varrone
Non serve la testa
ch'è dura qual sasso,
le gambe, le braccia
non servono più.
Il braccio si ferma,
il piede fa fallo,
la testa è restia,
Varrone è un cù cù.
Non serve    ecc.
Pericca esce fuori coperta, e travestita.
Varrone
Oh chi sarà mai questa!
Molto buona è la mina,
e assai lesta camina.
Io voglio pormi un poco in bizzarria,
che questa forse, è la fortuna mia.
È garbata, è cortese:
pare che a sé mi chiami.
Uso questo sarà qui del paese.
Pericca
Digame cavallero tam bizzarro
su nombre?
Varrone
Signora, non son ombra,
ma son uomo da vero.
Pericca
Es un hombre seguro,
digo como s'ellama.
Varrone
Se io son secura lama.
(da sé)
(non sbaglia in opinione.)
Basti sol dir
ch'io sono il gran Varrone.
Pericca
Que muy
bien me parece don Varrone.
Varrone
Il don
ho già acquistato
col passare il Golfo di Lion.
Pericca
Digame senor mio
usted toma tabaco?
Varrone
Secondos l'occasiones.
Pericca
Prueve el mio que es de Varro.
Tira fuori una tabacchiera.
Varrone
Se è di Varro, è eccellente,
perché Varrone
al certo è mio parente.
Pericca
Bien puode ustè servirse
(gli porge la tabacchiera)
del tabaco y la caxa.
Varrone    (prende il tabacco)
Obligato al favores,
a me pare che sii di male odores.
Pericca
Tomela cavalleros.
Varrone
Oh no signoras.
Pericca
Non sea tan discortes.
Varrone
Dico non posso.
Pericca
Tengo poca fortuna.
(ripone la tabacchiera)
Varrone    (tutto da sé)
(Animal che son stato.
Potea aver un regalo
e l'ho lasciato.)
Pericca
Dicame que hora es?
Varrone
Che oras? or la servos.
Ecco l'orologio, veggas.
(lo prende)
Pericca
Siete, ocho, nueve,
(guardando l'orologio)
diez y onze?
Varrone
Ben altro che dieci once!
Pericca
Es muy famoso?
Varrone
Al certo,
e non tiene alcun vizio:
sta però al suo servizio.
Pericca
Lo tomo
que non quiero esser ingrata.
Varrone    (da sé)
(Ho fatto la frittata!)
Pericca
Però mucho me pesa
el no poder a ora
corrisponderle con galanteria.
Varrone
Signoras se le pesas
di portarglielo a casa,
è cura mia.
Pericca
A mi casas?
Ningun puede venir.
Varrone
Non può venirvi alcuno?
(da sé)
(Ora son fritto al certo:
per non esser deriso
voglio vederla in viso)
Almen pria di partire
facci l'onor il viso suo scoprire.
Pericca
Para que non mi diga
que soy tiranna ingrata
es menester le hag'avermi cara.
Varrone(da sé)
(Se la minestra è cara
andrò ad un'alta'osteria!)
Via si scopri sì sì.
Pericca si scopre, ma non del tutto
Uh mamma mia!
Oh che vecchia, ch'arpia!
Rendi l'orologio or via
o ti mando in buon'ora.
Non rispondi? l'orologio...
Pericca (qui si scopre tutta)
Prendi
non voglio ciò che fu mio dono.
Varrone
Come? Pericca!
(da sé)
(Oh ciel! confuso io sono.)
Ah mia bella perdono.
Pericca
Io t'ho già perdonato,
e fin ora con te così ho burlato,
però non mi dispiaci.
Varrone
Pur lo dicesti alfin labbri vivaci!
Pericca
Altro non vo' cercare,
(da sé)
(io me lo vo' sposare,
perché veggio ben io
ch'ogni cosa farà a modo mio):
sì che non mi dispiaci.
Varrone
Presto dunque la mano
avanti che ti penti.
(si porgono la mano)
Pericca
Eccola per caparra
de' futuri prossimi contenti.
Varrone
Ed è pur vero, o cara;
e come mai...
Pericca
Il vero poi saprai.
A due
Pericca
Il tuo gran merito,
Varrone
anzi demerito
Pericca
tua dolce grazia,
Varrone
anzi disgrazia
Pericca
il tuo sembiante
Varrone
non gir più avante
mia sposa vaga
Pericca
m'ha stretto
fra' lacci il cor
Varrone
Per te nel petto
larga una piaga
m'ha fatto amor.
Donna Pericca
tu mia consorte
Pericca
tu don Varrone
il mio consorte.
A due
/-----------------------------------Varrone
Al
certo
cara
troppo
è
l'onor.
Pericca
Al certo caro
troppo è l'onor.
\-------------------------------------
Il fine
Mimmo Scarlatti
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