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Note di regia
L’intermezzo già di per sé vuol portare gioco in scena, IL gioco. Un modo di vivere la musica e l’arte che, senza distogliere dalla storia che si racconta nella trama principale, si fa carico di quella leggerezza appunto IN MEZZO, che tiene alto il morale del pubblico. E sposando appieno il senso di questa premessa nella nostra versione di questo intermezzo, giocheremo nel tempo e nel mondo del Barocco, impaginando con le note pure una presunta modernità. Intanto a presentare la serata sarà un giovanissimo Alessandro Scarlatti generato (per finta) dall’Intelligenza Artificiale (in realtà niente altri che un giovane attore in carne ed ossa) che sosterrà di essere stato creato per sottrarre all’oblio PERICCA E VARRONE e metterli in scena in modo che piaccia al pubblico di oggi più che a quello di ieri.
Un uomo in carne ed ossa che è generato dall’intelligenza artificiale: questo paradosso attraversa tutta la storia con interventi che si divertono a collocare nel Barocco il nostro tempo, pieno di contraddizioni e aiuti virtuali.
La presenza di due danze e di quattro danzatori che personificano i sentimenti, (di volta in volta la paura, la passione, la gioia, il divertimento, l’angoscia) ha consentito di abbracciare appieno il barocco musicale, di cui tutta l’opera in scena è un prezioso omaggio.
Questa premessa sarà raccontata a sipario chiuso con una proiezione che attraversa pure l’attore/Scarlatti.
In tutto il racconto, già pieno di doppi sensi e giochi di parole, si proporranno attraverso semplici elementi, una serie di scherzi che metteranno insieme in una contemporanea contaminazione termini e modi dei nativi digitali che sottolineano termini e modi storici. A dimostrazione che cambiano le parole e le tecnologie, ma l’umanità è mossa sempre dallo stesso bisogno di amare ed essere amati.

Barbara Napolitano
Mimmo Scarlatti
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